MEDIAZIONE FAMILIARE, SOCIALE E CULTURALE
La mediazione è un processo collaborativo in cui due o più parti in conflitto sono accompagnate da uno o più soggetti “terzi” (i mediatori) per comunicare l’una con l’altra e trovare una propria risoluzione,accettabile per entrambi, dei problemi in questione.
Il ricorso più comune alla mediazione familiare è nella separazione e nel divorzio, in occasione dei quali i genitori vengono aiutati a mantenere la continuità del loro ruolo, a concentrarsi sui bisogni individuali e sui sentimenti dei loro figli e a elaborare progetti genitoriali trovando in prima persona, senza delegare a terzi, le modalità per riorganizzare il contesto familiare con l’obiettivo di individuare e aprire i canali comunicativi che consentano di mantenere una relazione genitoriale funzionale e stabile.
La genitorialità è quindi il perno su cui si basa l’intervento e su cui si fonda il contratto di mediazione.
Si tratta di offrire uno spazio ai genitori, e/o a membri della famiglia allargata o del contesto sociale, in cui favorire la comunicazione e l’individuazione di accordi funzionali alla gestione del conflitto. L’ipotesi è di accompagnare le persone verso la possibilità di scegliere un percorso alternativo a quello alimentato dalla conflittualità, spostando il proprio impegno verso il mantenimento della relazione genitoriale e il raggiungimento di accordi condivisi e funzionali per il benessere dei figli, proprio e del contesto sociale più allargato. tra i temi portati in mediazione ci può essere: la decisione di separarsi e cosa dire ai figli, i progetti e gli accordi genitoriali per i figli, inclusa la residenza, la regolamentazione delle visite, del tempo libero e delle vacanze, il contributo al mantenimento dei figli e/o dell’ex-coniuge, il coinvolgimento di nuovi partner, il coinvolgimento dei nonni – famiglia allargata, la necessità di valutare se i bambini/ragazzi devono essere consultati e, se si, da chi, quando e come.
In quest’ottica il mediatore lavora sempre in sinergia con gli altri professionisti presenti in Epos e sulla rete territoriale allargata per aiutare la famiglia e il contesto sociale più allargato a trovare la modalità più efficace di cambiamento, all’interno di un presa di responsabilità del ruolo genitoriale e della promozione del benessere dei figli.
Nella mediazione sociale/intergenerazionale la questione principale ruota intorno al prendersi cura dei legami parentali nonché delle interazioni extra familiari con soggetti terzi (servizi, avvocati, scuole, ecc.)
Il percorso si articola in due fasi:
– pre-mediazione che si svolge attraverso 2/3 colloqui gestiti da un operatore che si occuperà di effettuare un’analisi della domanda e un accompagnamento/ingaggio delle parti al percorso di mediazione vero e proprio.
– mediazione che si sviluppa, attraverso la conduzione, da parte di mediatori appositamente formati, in 6/8 incontri nei quali le parti vengono sollecitate affinché si facciano carico di elaborare un programma per riorganizzare, in modo soddisfacente per tutti, le relazioni esistenti.
In concreto, successivamente alla definizione e condivisione di un contratto (agenda di lavoro), per mezzo di incontri di negoziazione sarà possibile accompagnare le parti ad esplorare e riconoscere i bisogni e le tematiche da “mettere in agenda”, attraverso alcuni strumenti (es. genogramma/ecogramma, la piramide dei bisogni, ecc.), al fine di individuare e sottoscrivere degli accordi soddisfacenti per le parti stesse.